Lunedì scorso, abbiamo presentato in Consiglio Grande e Generale un ordine del giorno molto semplice, con alcune idee per combattere il carovita e per proteggere il potere d’acquisto. Ecco le proposte, per le quali abbiamo ipotizzato un ammontare di 5 milioni di euro da dedicare a:
- un bonus una tantum, modulato per scaglioni rispetto al reddito (singolo o familiare a seconda dello stato di famiglia) ripetibile negli anni, per compensare l’aumento delle tariffe di luce, acqua, gas;
- l’aumento dello sconto sui carburanti tramite ricariche Smac, in modo da coprire una quota significativa degli incrementi registrati nell’ultimo periodo;
- la previsione di uno sconto Smac a carico dello Stato di 3 punti percentuali sugli acquisti di un paniere di generi alimentari di largo e ricorsivo consumo;
- l’aumento da 15.000 a 25.000 euro della quota di detraibilità delle spese effettuate per l’installazione di impianti ad energia rinnovabile per immobili ad uso domestico.
Abbiamo fatto queste proposte specificando che erano aperte ad ogni tipo di confronto o integrazione, con la semplice volontà di mettere al centro dell’agenda politica temi che per il governo e per la maggioranza paiono essere assenti: il carovita, appunto, e la difesa del potere d’acquisto, argomenti sui quali si sta dibattendo in tutto il mondo occidentale.
Bene, le reazioni sono state a dir poco incredibili. Prima il Segretario Lonfernini – dopo aver dichiarato che i rincari delle bollette a San Marino sono sopportabili per tutte le famiglie – ci ha dato dei superficiali; il Segretario Gatti ha continuato apostrofandoci come populisti; infine il Consigliere Cardelli, a nome di tutta la maggioranza, ci ha spiegato che il governo aveva già adottato tutte le misure necessarie a difendere il potere d’acquisto, che “la coperta è corta”, quindi non si possono fare le cose che abbiamo proposto e che comunque non abbiamo inserito nella proposta una modulazione a seconda dei redditi percepiti.
Risposte davvero inaccettabili. Peccato che Cardelli dimentichi che una proposta per introdurre l’ICEE (l’indicatore del reddito delle famiglie) sia nei cassetti delle Segreterie di Stato, fatta dal governo precedente, e che dunque basterebbero pochi giorni per modificarla o approvarla così come è. Peccato che i tanto sbandierati interventi del governo a sostegno delle famiglie non siano altro che qualche dilazione, per giunta riservata a chi è costretto a rivolgersi alla Caritas per riuscire ad arrivare a fine mese. Peccato, ancora, che la maggioranza abbia votato recentemente uno scostamento di spesa di oltre 14 milioni (tra asfaltature, acquisti di immobili, robot chirurgici…) e che abbia stanziato oltre 200 nuovi milioni di debito pubblico per le crisi del settore bancario. Strano che tra tutte queste cifre non abbia trovato 5 milioncini per sostenere i redditi delle famiglie!
La verità, purtroppo, è che governo e maggioranza sono presi esclusivamente da alchimie interne per tirare a campare e rimanere attaccati alla poltrona, tra equilibrismi, giochini politici e debiti senza alcuna progettualità.
Avremmo accettato che le nostre proposte venissero cassate a fronte di altre, magari anche meglio strutturate, che potessero dare risposte immediate ai sammarinesi. Così non è. La politica continua a parlarsi addosso anche in estate, peccato che tra poco arriveranno l’autunno e l’inverno e il debito ormai insostenibile, il rincaro delle materie prime e dell’energia, l’aumento smodato dell’inflazione si faranno sentire eccome, e allora saranno dolori per tutti.