Pubblichiamo l’intervento del consigliere Roberto Giorgetti in Comma Comunicazioni, di nuovo sul tema del sistema bancario e finanziario.
Nella Repubblica di San Marino, in particolare per quanto riguarda il sistema bancario-finanziario, vi sono autentici pericoli da cui guardarsi e altri che sono falsi pericoli.
I veri pericoli, forse il pericolo più grande, sono le code velenose del progetto scellerato d piazza finanziaria Sammarinese lanciato alla fine degli anni novanta e andata in crisi nella seconda metà degli anni duemila.
Non è vero, come sostenuto da qualche consigliere di RETE, che non ci fu chi si oppose a quella deriva pericolosissima per il nostro Paese. Qualcuno ci fu, non certo RETE che non esisteva e i cui esponenti meno giovani si occupavano di altro. Purtroppo fummo in pochi, ma non era certo difficile prevedere quello che sarebbe successo. Il nostro Paese ne è uscito quasi distrutto nella sua sovranità. Oggi mi stupisce sentire certi esponenti della Democrazia Cristiana, che all’epoca sostennero con forza quella scelta, dare lezioni di etica sul sistema bancario-finanziario.
Risolto l’enorme sfida del recupero della compatibilità con la comunità internazionale della nostra Repubblica rimangono le conseguenze di lunghi anni di erogazione di credito senza cautele. Poco centra la mancanza di una cosiddetta Centrale Rischi Bancaria, che dovrebbe servire per monitorare situazione di eccessive esposizioni debitorie.
Si possono fare alcuni esempi. Nel momento in cui Cassa di Risparmio ha convogliato in Delta, in un unico investimento con caratteri di aleatorietà in una società di Bologna, quasi 4 miliardi di euro, che cosa centra la Centrale Rischi? Nel momento che una nota banca Sammarinese si è esposta con un certo Livio Bacciocchi per alcuni centinaia di euro, poi condannato per gravi reati, cosa centra la Centrale Rischi. La Centrale Rischi, autonoma ed efficiente, sarà attivata a breve ma non raccontiamoci le favole. I cosiddetti NPL (crediti non performanti) sono una diretta conseguenza non solo della crisi economica ma anche di una gestione irresponsabile del credito. Fra l’altro gli NPL interessano molto a qualcuno, forse troppo.
Un altro pericolo molto grave è la mancanza di percorsi di crescita e sviluppo del sistema bancario.
L’assoluto immobilismo nell’altra legislatura, sui temi attinenti al riassetto del sistema bancario, è stato fra i motivi della crisi di governo del 2016. La necessità di rilanciare il sistema, anche con percorsi di fusione fra banche, formazione e prospettive internazionali e legalità, è stato sostenuto da molti, anche da alcuni che poi sono stati protagonisti di vicende poco edificante. L’obiettivo rimane comunque ed è la priorità del momento.
Un ulteriore grande pericolo per il nostro sistema è l’allarmismo ingiustificato sulla solidità del nostro sistema bancario-finanziario.
Mai come in questo momento, in cui finalmente si sta monitorando la effettiva salute del nostro sistema bancario, vi sono garanzie sulla salvaguardia dei risparmiatori e tutti i Sammarinesi, molto più che in passato. Nascondere i problemi non li risolve. Si diceva, una volta, che la polvere infilata sotto il tappetto non lo fa sparire. Anzi, con il tempo tende a ammucchiarsi e fare inciampare chi passa sul tappeto.
Fuori di metafora, questa maggioranza crede che i problemi vanno affrontati e non nascosti. L’operato di Banca Centrale, del Governo e della maggioranza va in questa direzione. I problemi che oggi affrontiamo sono presenti da tempo, spesso nascosti, ma ora vi sono finalmente prospettive per uscirne. Chi crea allarmismi gratuiti lo fa contro gli interessi dei risparmiatori e di tutti i Sammarinesi. Oggi, con il ruolo che si è assunto lo Stato, in maniera trasparente e senza regali per nessuno, il sistema gode di garanzie reali. In particolare Cassa di Risparmio, ma non solo.
Parliamo ora dei falsi pericoli.
I partiti d’opposizione si dicono preoccupati per il fatto che il governo sta dando attuazione a un ordine del giorno, votato dal Consiglio Grande e Generale a larga maggioranza, che prevedeva fra le altre cose la sostituzione dei vertici di Cassa di Risparmio. Che fretta c’è, dicono. Evidentemente il fatto che Cassa di Risparmio abbia infilato cinque bilanci consecutivi in perdita, bruciando enormi risorse, rendendo necessario consistenti interventi pubblici per loro non costituisce motivo di preoccupazione.
Un gruppo d’opposizione, Democrazia in Movimento, ha costruito un intero teorema su una serie di intrecci societari Lussemburghesi con alcuni riferimenti reali e altri di solo supposizioni e insinuazioni, a carico dell’attuale presidente di Banca Centrale. Eppure lo stesso gruppo, in assoluta sintonia con la Democrazia Cristiana, non sembra minimamente preoccupato che l’attuale direttore di Cassa di Risparmio sia stato rinviato a giudizio con gravi accuse di riciclaggio. Si costruiscono teoremi ma non ci si preoccupa della realtà comprovata, peraltro da tempo segnalatoci anche da organismi internazionali. Anzi, si dice appunto: che fretta c’è. Giusto per non lasciare addito a dubbi un noto consigliere della Democrazia Cristiana ha detto ancora più chiaramente che un rinvio a giudizio per riciclaggio di un dirigente bancario non deve comportare conseguenze.
La Democrazia Cristiana e Democrazia in Movimento hanno ripetutamente preannunciato per lungo tempo che era in atto un terribile complotto del cavaliere bianco, dell’uomo nero, di Marino Grandoni e di altri ancora, per impadronirsi di Cassa di Risparmio per un “pugno di lenticchie”. La realtà quale è stata? Cassa di Risparmio è di proprietà pubblica. Tutti i complotti evaporati, dopo fiumi di parole inutili.
La Democrazia Cristiana e Democrazia in Movimento hanno raccontato per lungo tempo che la gestione dei famigerati NPL (crediti non performanti) sarebbero finiti in mano a fantomatiche società estere, con dietro chi sa chi, con enormi danni per il sistema economico Sammarinese. La realtà quale è? La gestione di questi crediti difficili sarà a carico di una società a controllo pubblico. Niente più regali a nessuno, né fuori né dentro ai nostri confini. Un altro complotto andato in fumo.
I teoremi e complotti sono materia molto opinabile. Visto però che a quanto sembra vi sia molto interesse anche io potrei costruirne uno. Per esempio potrei evidenziare che fino alla crisi di governo non è stato possibile dare seguito all’ordine del giorno sulle problematiche del nostro sistema bancario, approvato a larga maggioranza, con particolare riguardo alla Cassa di Risparmio. Si trattava, evidentemente, anche di rimettere in gioco equilibri e interessi consolidati da tanti anni che impedivano qualsiasi passo in avanti.
Dopo l’apertura della crisi di Governo è iniziato un attacco strisciante e sistematico a Banca Centrale, contestando con le argomentazioni più varie ogni iniziativa tesa a fare chiarezza sul reale assetto del nostro sistema bancario, individuando con precisione i problemi e criticità per mettere in campo le soluzioni migliori. Queste critiche e attacchi, che hanno visto sostanzialmente schierati sulle stesse posizioni la Democrazia Cristiana e Democrazia in Movimento, sono progressivamente cresciuti di intensità fino a arrivare ai toni odierni. Forse qualcuno era preoccupato di non potere più impedire certi percorsi di trasparenza?
Si potrebbe pensare che il problema di fondo per qualcuno sia quello di proteggere interessi molto specifici, non certo quelli dei risparmiatori e del sistema economico Sammarinese.
Infatti, dopo la delibera del Congresso di Stato che ha ripreso solo quello che prevedeva il famoso ordine del giorno in questione, si è parlato di intollerabile “accelerazione”. Nella sostanza, dopo oltre un anno di ritardo il Governo ha deciso di non aspettare un paio di mesi ancora ma di agire subito. Ma quali sono allora i veri interessi che qualcuno vuole difendere a ogni costo? Ad ognuno la risposta.
Al di là di tutto vi è una unica considerazione che dovrebbe andare oltre ogni complotto. Chi è veramente interessato alla tutela del nostro sistema bancario-finanziario non crea inutili allarmi, mette in secondo piano gli interessi personali, non lavora per delegittimare le istituzioni che tutelano il sistema e si impegna per portare contributi costruttivi per risolvere i problemi.