Sarà una sfortuna, un caso, ma quando succede qualcosa c’è sempre di mezzo il Segretario di Stato per il Turismo. Che si tratti di un ciclista che spara a un gatto o di false denunce estere o di parenti nominati senza titoli adeguati, lui c’è sempre e quando scoppia il caso la si butta in caciara gettando la colpa sugli avversari politici.
Non ce ne voglia il Segretario di Stato, non c’è nulla di personale e non ci permettiamo di dire al suo partito cosa deve fare o quale debba essere la sua dirigenza; ci interroghiamo solo se a San Marino, oggi, il comportamento del Segretario di Stato sia quello del “one man show”.
Il nostro One Man Show va in Cina con la sua 500? Va a caccia al cinghiale? Torna precipitosamente dal Giappone perché il ministro che doveva incontrare sta male? Qualunque cosa accada è sempre uno show con comparsate social, invettive politiche, attacchi personali e minacce e, in questo caso, scatta anche la riflessione sulle norme che regolano la caccia.
Repubblica Futura guarda al Congresso di Stato e alla maggioranza che sostiene il governo. Se con i problemi che ha il Paese – il dialogo che ci dovrà essere fra parti politiche su temi cruciali come le riforme istituzionali, lo sviluppo economico, l’Unione europea, l’inverno demografico – il focus della politica cade sempre sui comportamenti di un Segretario di Stato, c’è qualcosa che non funziona.
Armi e proiettili che per caso fortuito colpiscono una abitazione non devono innescare lo storico dibattito fra cacciatori e non cacciatori. La caccia fa parte del DNA culturale del Paese. Nel caso dello sterminio dei cinghiali di Domagnano, tuttavia, riteniamo debbano essere utilizzati strumenti meno pericolosi per garantire la sicurezza della viabilità e delle proprietà dei cittadini.
Inoltre, ci pare che nell’organizzazione della “battuta di caccia” qualcosa sia sfuggita di mano. Quando si maneggiano armi potenzialmente letali per le persone, un approccio più prudente andrebbe utilizzato e la posizione del neo dirigente UGRAA è totalmente fuori contesto.
C’è poi un punto che la vicenda pone nuovamente all’attenzione. Quello per cui vi sono cittadini normali e VIP. Se i VIP del governo – quando ci mettono la faccia – invocano il complotto e chiudono le questioni a tarallucci e vino, preannunciando già la sentenza (solo una sanzione amministrativa) magari protetti dalla cortina fumogena di qualche sito estero, si ripropone lo stesso identico atavico male di questo Paese: a taluni e’ consentito di tutto!
RF ha presentato una interrogazione. Auspichiamo che la risposta sia celere così come auspichiamo che certe posizioni pubbliche e di potere – come pare invece di capire – non tentino di influenzare il lavoro di chi sta verificando cosa è accaduto.
La faccia un politico la mette tutti i giorni e, per come la pensiamo noi, per fare qualcosa di concreto a favore della Repubblica e non per assolversi con il solito atteggiamento da one man show rispetto a vicende da lui stesso provocate.
Vetro rotto da un proiettile: basta metterci la faccia?
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