Nella giornata di ieri un gruppo di amici di Repubblica Futura si è recato a Ferrara ospite della Cohousing Solidaria di San Giorgio, una struttura nata circa 15 anni fa per volere di un gruppo di persone – coppie con figli o senza, single, famiglie monogenitoriali, tra cui impiegati, liberi professionisti, insegnanti, infermiere, medici, casalinghe, farmacisti e pensionati – tutti spinti semplicemente dal desiderio di vivere ed abitare in modo collaborativo con l’aspirazione di ritrovare quelle dimensioni oramai perdute di socialità e buon vicinato.
E’ stata una esperienza unica, quella vissuta ieri, anche se breve, e ci ha colpito molto vedere e apprendere che ciò che unisce queste famiglie, queste persone, non è una religione o un’ideologia ma semplicemente l’ambizione di ridurre lo stress quotidiano che assilla l’essere umano riuscendo a conciliare i tempi di lavoro e di vita. “Vedere i bambini che si sporcano giocando insieme nel cortile, adulti seduti davanti a casa che chiacchierano” sono alcune delle aspirazioni di chi crede in questa idea, riscoperta, di comunità abitativa. Si possono condividere tanti spazi comuni e ricreativi, dalla lavanderia, al giardino, dalla biblioteca ad una grande cucina, dal tavolo al divano, e, nonostante ciò, ognuno possiede il proprio appartamento.
Il Cohousing nasce nel 1964 quando l’architetto danese Jan Gudmand Hover, con un gruppo di amici, prova a riprodurre in città i benefici tipici del villaggio: una comunità unita, spazi condivisi e disponibilità di tempo gli uni verso gli altri. È il primo esperimento di cohousing o co-residenza, e da allora l’esperienza è stata replicata in tutto il mondo, soprattutto in Scandinavia, Olanda, Inghilterra, Stati Uniti, Canada, Australia e Giappone.
Tante sono le tipologie di Cohousing che si possono prevedere, da strutture per anziani autosufficienti a strutture intergenerazionali, dove la comunità e la socialità è comunque il punto aggregante, il filo che lega queste tipologie di realtà abitative.
I vantaggi che il Cohousing può fornire sono tanti e diversi oltre al risparmio economico, e i dati provenienti dall’estero dimostrano che si può arrivare a risparmiare fino al 15% delle spese medie mensili di una famiglia; ma il cohousing è altresì un’ottima palestra di cittadinanza attiva, non è certamente la bacchetta magica per risolvere tutti i problemi ma è un luogo dove esistono gli strumenti per migliorare la qualità della vita in base al principio che l’interesse collettivo viene prima di quello individuale e soprattutto permette di combattere quel malessere che più di ogni altra cosa spaventa, che è la solitudine.
Perché allora non pensare alla realizzazione di strutture di Cohousing anche a San Marino?
Soprattutto visto l’aumento della fascia della popolazione in età avanzata?
Il Casale la Fiorina è una struttura non più sufficiente per raccogliere le esigenze dei sammarinesi. Dobbiamo quindi pensare oltre.
Tante le soluzioni ipotizzabili e di possibile realizzazione nel nostro territorio, è ora di incominciare a riflettere seriamente sul futuro di tutti.
Repubblica Futura
membro dell’Associazione dei Liberali e Democratici Europei (ALDE)